Il sorpasso

Giacomo Bosio

Un televisore. Licenza GNU 1.2

Un televisore. Licenza GNU 1.2

Ci fu un tempo, duemilacinquecento anni fa, in cui il teatro riuscì ad unire le città. Mezzo secolo fa, la televisione arrivò a riunire una nazione divisa da più di mille anni. Ma le capacità di tali mezzi di comunicazione risultano irrisorie se paragonate al fenomeno-internet a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, capace di annullare le distanze e unire l’intero pianeta.
Quasi trent’anni sono passati da quando un ingegnere tuttora semi-sconosciuto dell’intelligence americana ebbe l’idea di collegare fra loro attraverso le linee telefoniche gli allora giganteschi computer delle postazioni militari USA durante la Guerra Fredda. Dopo la caduta del Muro di Berlino, a poco a poco internet si è diffuso divenendo, verso la fine degli anni Novanta, un vero e proprio fenomeno di costume. Ma il web doveva fare ancora un ulteriore salto di qualità, il primo passo che l’avrebbe condotto al sorpasso a cui oggi stiamo assistendo, quello sulla tv; all’alba del Terzo Millennio, infatti, erano ormai chiare non solo le enormi potenzialità del nuovo mezzo, ma anche e sempre più il fatto che la rete non avrebbe potuto restare nelle mani di pochi eletti ancora a lungo. E difatti dal 2003 non fu più così: gli utenti incominciarono ad inserire propri contenuti in blog personali, a condividere materiale multimediale con il mondo tramite YouTube o Emule, a continuare a migliorare le pagine di Wikipedia. Da allora non si sono più fermati. Oggi sul web si lavora, si comunica, ci si svaga, si apprende, si fa la spesa, ci si può persino “incontrare” con altri utenti attraverso chat o social network. È questo forse uno dei lati più assurdi della rete: internet permette oggi di “stringere amicizia” fra molta più gente stando a casa, che prima uscendo. Siamo di fronte ad uno stravolgimento dei rapporti sociali: paradossalmente, se l’antica polis si era riunita uscendo nell’agorà, la moderna kosmopolis per riunirsi si chiude in casa e utilizza internet quale agorà virtuale.

Wall-E. Locandina.

Wall-E. Locandina.

In tal senso, è crescente lo spettro di una società alienante, da cui faremmo bene a guardarci eppure sempre più presente, come dimostrano i vari SecondLife, Netlog, Facebook e la crescente dipendenza da essi. La realtà si presenta già come quella dei peggiori incubi di Rousseau: un mondo sempre più popolato di maschere, una proliferazione favorita dal fatto che oggi l’incontro sul web supplisce a quello diretto e a celare il nostro vero io è sufficiente un’emoticon. Uomini che vivono perennemente seduti di fronte a uno schermo, dimentichi della Terra e di fatto governati dalle macchine; naturalmente non si tratta della realtà odierna, ma questo è il monito che Andrei Stanton lancia nel suo recente lungometraggio Wall-E: speriamo che non sia profetico, ma comunque teniamolo a mente.
È tuttavia innegabile la superiorità potenziale del mezzo-internet rispetto alla televisione, in particolare a livello di trasmissione delle informazioni. Il web, infatti, è uno strumento on demand, slegato dai tempi di programmazione della tv e che sa quindi rispondere in modo immediato alle esigenze di ogni singola utenza. Inoltre, essendo la censura pressoché nulla, esso si trova ad essere anche un mezzo molto più libero della televisione, dal momento che esso è in larga parte indipendente, ad esempio – e in particolare da ogni ingerenza politica di sorta. D’altronde, la pericolosità di internet rispetto alla televisione, in tal senso, è molto chiara, tant’è che oscurare la rete internet è una delle azioni più contestate del Socialismo in Cina. Infine, il fatto che ogni utente possa contribuirvi lo rende uno strumento di informazione più completo di qualunque altro, anche a livello di trasmissione di conoscenza: ne sono un esempio siti enciclopedici come Wikipedia o altri specializzati in vari campi del sapere.
Tutti questi motivi hanno concorso al sorpasso sulla televisione da parte di internet, come testimonia il recente sondaggio IBM apparso sul Sole 24 Ore dello scorso 24 gennaio. La tv stessa sembra essersi rassegnata a quella che ormai appare come la sua sorte inevitabile: di qui il proliferare di siti quali rai.it che raccolgono i video di tutta la programmazione televisiva e, forse, di qui – almeno in parte – il decadimento generale della qualità dei programmi di intrattenimento, ormai soppiantati anch’essi dalle offerte del web o dal recente ritorno in auge del cinema.
E allora ben venga la discesa nell’agorà virtuale della rete, un non-luogo a cui ognuno di noi può partecipare dicendo la sua, venendo acclamato o contraddetto, in ogni caso arricchendo il proprio patrimonio culturale.
Internet è inevitabilmente il mezzo con il quale stiamo costruendo e – per quanto è possibile prevedere oggi – continueremo a costruire il nostro futuro. Ma appunto ricordiamoci che è un non-luogo e che noi non siamo avatar; che è un mezzo e non un fine; e che la vita, quella vera, inizia spegnendo il pc e uscendo di casa.

3 pensieri su “Il sorpasso

  1. Anna Maria Occasione ha detto:

    Analisi del fenomeno acuta, logica, chiara. Internet come mezzo che unisce e nel contempo aliena, non luogo in cui tutti posso dire di qualunque cosa e nel contempo fonte di conoscenza inestimabile. Il cuore sta nella differenza tra uso ed abuso. Una stessa cosa può essere utilizzata per più fini, alle volte taluni leciti altri no, taluni positivi altri no ed è il fine che distingue il mezzo. Sbaglia chi giudica internet. E’ come si usa la rete che ha una sua valenza , non la rete in sè, come ben mette in luce Bosio nel suo scritto. Senza contare che laddove c’è abuso, c’è dipendenza. E dove c’è dipendenza sparisce la libertà.

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