Il pancrazio

Davide Picatto

Due lottatori di pancrazio. Anfora panatenaica realizzata ad Atene nel 332-331 a.C., trovata a Capua e oggi al British Museum. Fotografia di Marie-Lan Nguyen, licenza CC 2.5

La prima regola del pancrazio è che tutto è permesso, tranne accecare o morsicare l’avversario. La seconda regola è che non c’è limite di tempo per un combattimento e che questo termina quando uno dei due lottatori si arrende. La terza regola è che il giudice può intervenire in qualsiasi momento frustando un contendente macchiatosi di comportamento irregolare o interrompendo l’incontro e stabilendo il vincitore. La quarta regola è che non ci sono classi di peso, bensì due di età: ragazzi e adulti.
Il termine pancrazio deriva dal greco παγκράτιον (pankràtion, pan = tutto e kràtos = forza) e significa “intera forza”. Esso indicava una disciplina sportiva dell’antica Grecia che univa la lotta al pugilato e in cui praticamente tutto era ammesso per sopraffare l’avversario, purché a mani nude: pugni, calci, blocchi, leve, rottura delle ossa e tecniche di strozzatura. Si partiva lottando in piedi, ma il combattimento spesso si continua