La scelta di morire

Marzia Cikada

L’intesa di San Paolo, Torino 2011. Opera di Gec.

I primi due si sono tolti la vita che ancora non erano finiti i festeggiamenti per il nuovo anno, il 2012, l’anno dei suicidi. Capita a Catania, a Firenze, a Trento, a Pescara, a Verona, a Roma, a Torino senza differenze tra Nord e Sud, sebbene sembrerebbe il Veneto la regione con il triste primato. Continua

La nascita delle istituzioni ‒ La natura del potere

Alessandro Barella

Ritratto dell'imperatore Carlo V, dipinto da Tiziano. Immagine di pubblico dominio

Il potere è una chimera dai molti volti. A volte ci si presenta come un attributo esclusivo di chi “sta in alto”; altre volte le sue forme e sedi abituali vengono stravolte dall’azione di chi “sta in basso”, di chi nella vita quotidiana appare come impotente. Come sciogliere una tale contraddizione? Che cos’è il potere?
Proviamo per un attimo a cercarne le tracce nel cosiddetto stato di natura (cioé a considerare solo i domini di fisica, chimica e biologia): la cosa che più gli somiglia è la nozione continua

I giovani

Giovanni Guizzardi

Giorgio Napolitano ad un comizio a Milano del Partito Comunista Italiano del 1975. Immagine di pubblico dominio.

Leggo che il Presidente della Repubblica è molto preoccupato per il futuro dei giovani. Peccato, mi è tanto simpatico Giorgio Napolitano. Mi era simpatico anche negli anni settanta, quando era un alto dirigente del PCI e io militavo, come lui, in quel vecchio e defunto partito e mi consideravo politicamente molto affine a lui. Come ora, tra parentesi. Ricordo bene però che in quegli anni non c’era giorno che non si levasse una voce autorevole a lamentarsi per il precario futuro dei giovani, tra i quali, vedi tu, allora c’ero anch’io. Quanto mi angustiava tutto ciò, se voi sapeste. Mi domandavo ogni giorno perché mai ero stato così sfortunato da nascere proprio nel momento in cui il lavoro per i giovani non c’era più e mi indignavo non continua

La nascita delle istituzioni ‒ L’Islanda e la democrazia reale

Alessandro Barella

L'orazione di Pericle, dipinto di Philipp von Foltz. Immagine di pubblico dominio

Nell’articolo precedente abbiamo parlato della rappresentazione del potere politico che sembra la più diffusa tra gli italiani. Riassumendo brevemente, spesso si vede il potere attraverso le categorie della teologia: qualcosa di diverso e separato dalla realtà quotidiana, più in alto, in grado di governare e indirizzare ciò che sta quaggiù, che per contro non può sfuggirgli ma soltanto scegliere tra una resa incondizionata e una lotta tragica e impari. continua

La nascita delle istituzioni ‒ L’Italia e la teologia del potere

Alessandro Barella

Trionfi di Cesare, IX, Giulio Cesare sul carro trionfale, dipinto di Andrea Mantegna. Opera nel pubblico dominio.

Le recenti vicende politiche dell’Italia sono state talmente particolari che non possono non aver spinto ognuno di noi, almeno una volta, a porsi qualche domanda al riguardo. Un governo che si diceva incarnazione della volontà popolare ha cercato di restare al suo posto nonostante il popolo chiedesse un passo indietro e ha infine dato le dimissioni solo quando si è imposto qualcosa di superiore e più potente, i Mercati e la Finanza. Subito dopo l’ha sostituito un altro governo, continua

Il cavaliere disarcionato

Davide Picatto

Silvio Berlusconi, 10 giugno 2010. Immagine di dominio pubblico.

“Eravamo insieme all’inizio, siamo insieme alla caduta” mi dice Meggio. Abbiamo appena finito di saltare ed esultare assieme al Polacco dinanzi agli occhi grandi, verdi e stupefatti della ragazza rossa dietro al banco dell’ostello. Termino il check-in con un occhio alla TV della sala comune: non è un sogno, è veramente finita. “Berlusconi will resign” è il titolo della breaking news di Sky.
Un’esultanza da mondiale su cui tre anni e mezzo fa non avrei scommesso un solo dannato euro: era l’una e otto minuti del 15 aprile 2008 quando con Meggio scrissi su Pornopolitica questa frase: “La maratona finisce qui. La notte ci attende. Durerà almeno cinque anni”. Gabriele Martini, amico e mente di quel magnifico blog, ci aveva chiesto di aggiornare in diretta il post sullo spoglio elettorale. Quella continua

(S)fiducia

Davide Picatto

Iwo Jima Chronicles, Piazza Venezia, Roma. Fotografia di Pensiero, licenza CC 2.0

Il giorno della mozione di sfiducia è arrivato e, come molti temevano, è arrivato solo il giorno, senza sfiducia. Per tre voti il governo sopravvive, mentre il centro storico di Roma si trasforma in una piccola Genova. Migliaia di manifestanti, fra universitari, studenti medi, ricercatori, insegnanti, terremotati, sindacati, centri sociali, No Dal Molin e associazioni varie hanno sfilato per la città eterna uniti contro la crisi, il decreto Gelmini e il governo. Dall’altra parte il solito spiegamento di continua

Il voto

Giovanni Guizzardi

Silvio Berlusconi e George W. Bush a Camp David, 14 settembre 2002. Immagine di dominio pubblico.

Quando se ne presenta l’occasione vado a votare con lo stesso spirito con cui mia figlia ha votato l’anno scorso per le Javannah a X Factor: le stava sulle palle Marco Mengoni perché sua madre diceva che era il più bravo. Non so come ringraziare Berlusconi, se non esistesse bisognerebbe inventarlo. Non solo fa sognare milioni di italiani che si illudono che lui sia la soluzione dei nostri problemi, ma produce in molti altri un orrore così profondo che li spinge ad andare a votare non per qualcuno o per qualcosa, ma continua

C’era una volta Pompei

Davide Picatto

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Il Vesuvio l’ha sommersa con una nevicata di cenere, l’uomo l’ha riscoperta nel diciottesimo secolo, i turisti l’hanno invasa, Google l’ha resa visitabile virtualmente mediante Street View e lo Stato l’ha abbandonata. È Pompei, il sito archeologico che tutto il mondo, tranne l’Italia, vorrebbe avere.
Serve il crollo della Domus dei Gladiatori per mostrare alla gente che l’archeologia non è solo scavo e scoperta, ma anche salvaguardia e musealizzazione, e che la cultura non è un passatempo o un bene futile, ma una risorsa e un valore aggiunto su cui investire. E serve l’ennesimo scandalo sessuale del generosissimo Premier per confermare una crisi di governo ormai endemica: fra party con minorenni, doni di auto sportive, pressioni dall’alto per ottenere scarcerazioni e nipoti di Mubarak inventate di sana pianta si procede con una lotta per il potere impressionante. Gli avvoltoi volano in cerchio su un banchetto istituzionale avizzito e l’opposizione e la stampa avversa hanno solo l’imbarazzo della scelta per sferrare i loro attacchi: finanziaria, ville esotiche, festini a continua