I polli di Renzi

Giovanni Guizzardi

Matteo Renzi

Mi capita talvolta di cominciare a scrivere un articolo per Linea e di non finirlo. Lo metto allora in una cartella a cui ho dato il nome pietoso di “lavori in corso”, in realtà un modo per nascondere un vero ricovero per anziani rottamati, e invecchia malinconicamente, sprofondando nell’oblio, come purtroppo accade tanto spesso.
Negli ultimi tempi però continua

La nascita delle istituzioni ‒ La natura del potere

Alessandro Barella

Ritratto dell'imperatore Carlo V, dipinto da Tiziano. Immagine di pubblico dominio

Il potere è una chimera dai molti volti. A volte ci si presenta come un attributo esclusivo di chi “sta in alto”; altre volte le sue forme e sedi abituali vengono stravolte dall’azione di chi “sta in basso”, di chi nella vita quotidiana appare come impotente. Come sciogliere una tale contraddizione? Che cos’è il potere?
Proviamo per un attimo a cercarne le tracce nel cosiddetto stato di natura (cioé a considerare solo i domini di fisica, chimica e biologia): la cosa che più gli somiglia è la nozione continua

Il cavaliere disarcionato

Davide Picatto

Silvio Berlusconi, 10 giugno 2010. Immagine di dominio pubblico.

“Eravamo insieme all’inizio, siamo insieme alla caduta” mi dice Meggio. Abbiamo appena finito di saltare ed esultare assieme al Polacco dinanzi agli occhi grandi, verdi e stupefatti della ragazza rossa dietro al banco dell’ostello. Termino il check-in con un occhio alla TV della sala comune: non è un sogno, è veramente finita. “Berlusconi will resign” è il titolo della breaking news di Sky.
Un’esultanza da mondiale su cui tre anni e mezzo fa non avrei scommesso un solo dannato euro: era l’una e otto minuti del 15 aprile 2008 quando con Meggio scrissi su Pornopolitica questa frase: “La maratona finisce qui. La notte ci attende. Durerà almeno cinque anni”. Gabriele Martini, amico e mente di quel magnifico blog, ci aveva chiesto di aggiornare in diretta il post sullo spoglio elettorale. Quella continua

Qualche considerazione su Roma e dintorni

Fulvio Ferrario

L'esproprio della piazza. Roma, 15 ottobre. Foto di nimzilvio, CC 2.0.

Primo: la violenza. Sono d’accordo con chi dice che alcuni dei gruppi che hanno dato vita agli scontri di P.za San Giovanni e dintorni sono, oggettivamente, funzionali al tentativo di criminalizzazione di ogni espressione di protesta sociale, di indignazione, di contestazione dei poteri forti, di rivendicazione dei diritti sociali, lavorativi, di democrazia. Il problema non è criminalizzare alcuni settori dei “centri sociali” o l’area degli continua

Libia o Italia? Paura?

Marco Gobetti

Gheddafi al 12° summit dell'Unione Africana, febbraio 2009. Immagine di dominio pubblico.

Gheddafi sta facendo ammazzare la gente che manifesta. Sa che solo con un buona dose di paura indotta può tentare di salvarsi. Gheddafi ama farsi circondare da amazzoni che dovrebbero proteggerlo: per ora il nostro Presidente del Consiglio fa travestire le donne solo in occasioni particolari, senza mostrarle in pubblico (o almeno non avrebbe voluto).
Ma Berlusconi e Gheddafi sono amici. Notoriamente gli amici continua

Maiali bianchi e neri

Marco Gobetti

Due maiali "pancia a tazza" allo zoo di Lisbona. Fotografia di Alvesgaspar, CC 2.0

Non basta più ricordare. E non basta più ricostruire documentando. Bisogna ricostruire facendo. E per farlo bisogna riuscire di nuovo a sognare: il sogno come propedeutica all’azione. Non dobbiamo diventare tutti ragionieri. Tanti elefanti ordinati, di buona memoria e di saggi principi. Pochi ma saggi principi. A che cosa serve sapere tutto della nostra Storia e dare informazione quanto più obbiettiva possibile dei continua

(S)fiducia

Davide Picatto

Iwo Jima Chronicles, Piazza Venezia, Roma. Fotografia di Pensiero, licenza CC 2.0

Il giorno della mozione di sfiducia è arrivato e, come molti temevano, è arrivato solo il giorno, senza sfiducia. Per tre voti il governo sopravvive, mentre il centro storico di Roma si trasforma in una piccola Genova. Migliaia di manifestanti, fra universitari, studenti medi, ricercatori, insegnanti, terremotati, sindacati, centri sociali, No Dal Molin e associazioni varie hanno sfilato per la città eterna uniti contro la crisi, il decreto Gelmini e il governo. Dall’altra parte il solito spiegamento di continua

Il voto

Giovanni Guizzardi

Silvio Berlusconi e George W. Bush a Camp David, 14 settembre 2002. Immagine di dominio pubblico.

Quando se ne presenta l’occasione vado a votare con lo stesso spirito con cui mia figlia ha votato l’anno scorso per le Javannah a X Factor: le stava sulle palle Marco Mengoni perché sua madre diceva che era il più bravo. Non so come ringraziare Berlusconi, se non esistesse bisognerebbe inventarlo. Non solo fa sognare milioni di italiani che si illudono che lui sia la soluzione dei nostri problemi, ma produce in molti altri un orrore così profondo che li spinge ad andare a votare non per qualcuno o per qualcosa, ma continua

C’era una volta Pompei

Davide Picatto

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Il Vesuvio l’ha sommersa con una nevicata di cenere, l’uomo l’ha riscoperta nel diciottesimo secolo, i turisti l’hanno invasa, Google l’ha resa visitabile virtualmente mediante Street View e lo Stato l’ha abbandonata. È Pompei, il sito archeologico che tutto il mondo, tranne l’Italia, vorrebbe avere.
Serve il crollo della Domus dei Gladiatori per mostrare alla gente che l’archeologia non è solo scavo e scoperta, ma anche salvaguardia e musealizzazione, e che la cultura non è un passatempo o un bene futile, ma una risorsa e un valore aggiunto su cui investire. E serve l’ennesimo scandalo sessuale del generosissimo Premier per confermare una crisi di governo ormai endemica: fra party con minorenni, doni di auto sportive, pressioni dall’alto per ottenere scarcerazioni e nipoti di Mubarak inventate di sana pianta si procede con una lotta per il potere impressionante. Gli avvoltoi volano in cerchio su un banchetto istituzionale avizzito e l’opposizione e la stampa avversa hanno solo l’imbarazzo della scelta per sferrare i loro attacchi: finanziaria, ville esotiche, festini a continua

Da Tangentopoli a noi

Maria Genovese

Berlusconi e Craxi, 1984. Immagine di dominio pubblico.

17 giugno 1992: Renato Amorese segretario del Psi di Lodi.
2 settembre 1992: Sergio Moroni deputato Psi di Brescia.
20 luglio 1993: Gabriele Cagliari ex presidente Eni.
23 luglio 1993: Raul Gardini patron del gruppo Ferruzzi.
Qualcuno ricorderà queste date e questi nomi: sono i “suicidi eccellenti” di Tangentopoli.
Renato Amorese si tolse la vita pochi giorni dopo avere ricevuto un avviso di garanzia ed essere stato interrogato dall’allora pm Antonio di Pietro, al quale lasciò una lettera in cui si disse “fortemente prostrato e consapevole dell’errore commesso e del disonore derivato alla famiglia”, e lo ringraziò per la sensibilità dimostrata nonostante il rigore impostogli dal ruolo.
Drammatica la testimonianza lasciata da Sergio Moroni che prima di togliersi la vita lasciò continua